Palmina Martinelli


11 novembre 1981. Quel giorno di quaranta anni fa comincia la storia di Palmina Martinelli. Una storia triste e amara andata in scena a Fasano, in una casa abbrutita dal degrado e dalla miseria, dove la 14enne viveva con la famiglia. Un padre disoccupato e una mamma domestica con il vizio di bere troppo, dieci fratelli, la violenza all’ordine del giorno. Aveva sognato di fuggire Palmina da quell’abitazione che per lei era come una prigione. Aveva provato ad andare via, ad allontanarsi dal suo destino, ma era stata riportata a casa a suon di schiaffi. Pur di evitare di finire sulla strada avrebbe raggiunto la Germania con una compagna di scuola, ci avrebbe riprovato ancora, se non le fosse stata tolta la vita. Quando l’adolescente rifiutò di prostituirsi la cosparsero di alcool e le diedero fuoco con un fiammifero. La ragazzina corse in bagno per spegnere le fiamme sotto la doccia, ma l’acqua quel pomeriggio mancava a causa di un malfunzionamento all’acquedotto. Lì fu ritrovata dal fratello maggiore Antonio, ormai in fin di vita. 

La seconda data importante nella storia di Palmina Martinelli è quella del 2 dicembre, quando il suo cuore ha smesso di battere nel reparto grandi ustionati dell’Ospedale di Bari, dove era stata ricoverata per le ferite riportate. 21 giorni di sofferenze atroci, ma prima di spegnersi, la 14enne ha fatto nome e cognome dei suoi carnefici, ha indicato chi le aveva fatto del male. 

 

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