Barbara Corvi


È una storia intricata quella di Barbara Corvi. Una storia su cui, dopo molti anni e nonostante il lavoro degli investigatori e i continui appelli dei familiari, ancora non si è riusciti a fare piena luce. È la storia di una donna di 35 anni, sposata e madre di due figli maschi - Salvatore e Giuseppe - che all’epoca dei fatti avevano 19 e 15 anni. Lo Giudice era il cognome di suo marito e, per chi mastichi un po’ di storia criminale, quello non era affatto un cognome come un altro. La ‘ndrina dei Lo Giudice dominava il rione Santa Caterina di Reggio Calabria e negli anni era stata tra le principiali protagoniste della sanguinosa seconda guerra di ‘ndrangheta, scoppiata tra il 1985 e il 1991. I giorni cruciali in cui si consuma il mistero della scomparsa di Barbara sono quelli sul finire del mese di ottobre del 2009. Sono giorni convulsi e difficili, nei quali il clima tra Barbara e suo marito Roberto si fa drammaticamente teso. Roberto ha il sospetto che sua moglie abbia intrapreso una relazione extraconiugale con un altro uomo. Si chiama Carlo e sarà lui a lanciare per primo l’allarme dopo la misteriosa scomparsa di Barbara, affermando di aver lui stesso rivelato a Roberto la notizia della sua relazione con lei.In quei giorni la situazione precipita fino a quel maledetto martedì 27 ottobre. La coppia quel giorno era andata a pranzo a casa dei genitori di lei. Roberto, armeggiando col cellulare di sua moglie, aveva scoperto, poche ore prima, che lei non aveva interrotto quella storia, nonostante avesse promesso di farlo. Barbara è costretta ad ammettere tutto davanti all’intera famiglia. Roberto si infuria, afferra il cellulare di Barbara e lo sfascia lanciandolo a terra. È un vero e proprio processo, che ha evidentemente l’obiettivo di mortificare la donna e costringerla a giustificarsi e a tornare sui suoi passi.  Intorno alle 17.30 l’uomo raggiunge il negozio di famiglia e sostiene di avere accompagnato e lasciato a casa sua moglie. Secondo il suo racconto, Barbara non si sentiva bene e per questo avrebbe preferito restare a casa. Ma Roberto, stando alla ricostruzione dei familiari di Barbara, era vistosamente agitato e nervoso. Sta di fatto che all’appuntamento con il commercialista la donna non si è mai presentata. E che quando, intorno alle 19.00, sua sorella Irene raggiunge la casa di Montecampano, Barbara non c’è. In casa ci sono la sua borsa, i suoi vestiti, i suoi documenti. Ma di lei nemmeno l’ombra. Di questa giovane mamma di 35 anni non si saprà più nulla.